lunedì 27 maggio 2013

Eroi preferiti

Come cantastorie, spesso mi capita di affezionarmi a tal punto agli eroi dei miei racconti tanto da immaginarmeli dovunque e nelle piu' svariate situazioni. A volte quando devo fare qualcosa di particolare mi ritrovo a pensare a che cosa farebbe quel determinato personaggio nella mia stessa situazione, a volte invece capitano  dei casi singolari: magari inconsciamente definisco un eroe in un certo modo o gli faccio fare una certa cosa, e inspiegabilmente quello che ho immaginato capita nel mondo reale. Mi e' capitato un episodio simile quando la storia che avevo scritto per il mio migliore amico con tanto di eroe ispirato a lui si e' parzialmente avverata, e di recente in un mio racconto ho scritto che un personaggio non aveva voluto vedere la realta' di un sentimento, e inconsciamente anch'io lo stavo facendo. Sono proprio questi eroi i miei personaggi preferiti in assoluto, e ultimamente mi sono affezionata anche al nuovo arrivato, Aerandir, introdotto nel precedente racconto, e sto pensando di scrivere altre storie su di lui e sulla sua principessa. Volendo potrei anche fare una presentazione dei miei eroi preferiti in modo da farveli conoscere, con la speranza che anche voi possiate affezionarvi a loro.

lunedì 20 maggio 2013

Lo Specchio delle Brame

C'era una volta, in un regno molto lontano, una giovane principessa dall'animo sognatore e gentile di nome Lùthien.   Aveva ormai celebrato il suo diciottesimo compleanno ed era pronta ad essere incoronata regina, ma secondo la legge non avrebbe potuto regnare legalmente finché non avesse trovato un degno consorte. Il sogno di Lùthien era di potersi sposare per amore, ma ai suoi regali genitori questa sua idea non andava per niente a genio: desideravano infatti, secondo una tradizione antica quanto il tempo, che ella sposasse l'uomo più bello di tutto il reame. Ogni pretendente alla sua mano avrebbe dovuto sottoporsi all'esame del leggendario Specchio delle Brame, uno specchio molto speciale dotato del potere di dire sempre la verità e di capire quale uomo fosse veramente degno dell'ambito titolo. Venne così il giorno della grande prova, e la povera Lùthien si sentì soffocare nell'osservare i volti dei pretendenti:avevano un meraviglioso sembiante, questo era vero, ma nessuno di loro era quello giusto, poichè ben conosceva i caratteri celati dietro quei bei visi, e il pensiero di dover trascorrere ogni giorno della sua vita al fianco di uno di loro la allarmava e la affliggeva non poco. Per primo infatti si fece avanti il giovane conte Elros, un uomo alto e bello dagli occhi azzurri come il cielo estivo che però passava gran parte del suo tempo a umiliare e a deridere la povera principessa, e intendeva sposarla solamente per poter ottenere le sue immense ricchezze. Egli si pose davanti allo specchio e disse altezzosamente: "Specchio, specchio delle mie brame, sono io il più bello del reame?". E lo specchio rispose, con voce profonda: "In verità, nelle terre del tuo re, c'è qualcuno assai più bello di te!". Grande fu la rabbia dell' odioso Elros, che si allontanò lanciando tutta una serie di improperi tra il divertimento generale e il sollievo della dolce Lùthien. Ma il suo sollievo durò menò di un battito di ciglia, poichè si fece avanti un personaggio ancor più odioso del precedente, il duca Maglor, un uomo alto e muscoloso dai capelli neri come le ali di corvo e gli occhi verdi come le foglie dei pini, che ancor di più umiliava e derideva la principessa senza alcun motivo. Si pose davanti allo specchio e disse, con tono ancor più altezzoso: "Specchio, specchio del reame, è vero che sono io il più bello del reame?". E lo specchio di nuovo rispose: "In verità, nelle terre del tuo re, c'è qualcuno assai più bello di te!" Maglor cominciò a sbraitare e a sbattere pesantemente i piedi per terra al colmo della collera, tra le risate e il sollievo di Lùthien. La stessa scena si ripetè lungamente, finchè parve evidente che i pretendenti erano finiti e nessuno era stato insignito del titolo di più bello del reame.   Tutto intorno volavano domande: ma com'era possibile? Perchè lo specchio non aveva annunciato il prescelto? E ora chi sarebbe stato il consorte della fanciulla? Il re non sapeva proprio che pesci pigliare e sembrava deciso a far ricominciare da capo la cerimonia, quando...."Aspettate vi prego, desidero anch'io prender parte alla prova!" esclamò una voce. Tutti i presenti si voltarono verso la porta ed ecco, il cuore della piccola Lùthien cominciò a battere forte per l'emozione. Era comparso il suo caro amico Aerandir, un giovane musico dai capelli riccioluti quasi cinerei, dagli occhi buoni e dai modi gentili, che le sorrideva e avanzava verso lo specchio. Nel vederlo tutti gli altri pretendenti scoppiarono in una risata di scherno e presero a schernirlo come avevano sempre fatto con la principessa: egli infatti, pur essendo di incantevole aspetto, non si avvicinava alla loro perfetta bellezza, come poteva sperare di superare quella prova in cui loro stessi avevano fallito? Il giovane non badò ai loro commenti e si pose con calma davanti allo specchio, inchinandosi e domandando umilmente: "Specchio, specchio delle mie brame, chi è il più bello del reame?". Tutti trattennero il fiato, in attesa della risposta,  Lùthien più di chiunque altro, emozionata....e, nello stupore generale, lo specchio annunciò, con voce profonda e gioiosa: "Sei tu il più bello del reame!". Un dolce e felice sorriso sfiorò le labbra della principessa, così come quelle del buon Aerandir, e ben presto il popolo espresse la sua immensa felicità con un applauso. Ma c'era chi non era felice affatto: i due monarchi e tutti gli altri presenti cominciarono a protestare e a urlare: "Com'è possibile? Deve esserci un trucco! Lo specchio ha sbagliato, come può quest'uomo essere il più bello del reame?". Allora la dolce Lùthien si alzò e avanzò verso il caro amico, dichiarando a gran voce:"Lo specchio non sbaglia! Quest'uomo non solo è di bell' aspetto, ma è anche l'unico che veramente mi apprezza e nutre per me un profondo affetto. Lui al contrario degli altri non mi ha mai umiliata nè derisa, mi ha sempre incoraggiata e sostenuta. Mi ha sempre difesa arrivando persino a duellare nonostante il parere degli altri, che anche di lui si prendevano gioco, ed è come se io e lui fossimo due sopravvissuti di un naufragio ritrovatisi per un felice caso. E poi i suoi sentimenti sono veri, autentici, e la sua musica mi riempie l'anima di gioia. "A quel punto prese le mani di Aerandir tra le sue guardandolo con infinito amore, mentre il cuore le batteva forte come un tamburo, e un attimo prima di baciarlo disse, con voce rotta dall'emozione "Io ti amo, e ti proteggerò dalle loro parole come tu hai sempre fatto con me. Sei tu il più bello del reame."


giovedì 16 maggio 2013

Bocciolo delicato

Credevo di ruotare intorno al suo sole,

e che mai sarei riuscita a vivere senza lui.

Eppure all'improvviso tutto è mutato in me,

ho aperto gli occhi un tempo avvolti dalla nebbia,

e ho compreso che la notte era ormai finita

e una dolce alba mi tendeva la sua mano.

Oggi ho veduto davvero la tua realtà,

che io, stolta, forse non avevo voluto conoscere,

e un delicato bocciolo si è posato nella mia anima

attraverso i tuoi occhi buoni e la tua tenerezza.

E ora il timore stringe gli artigli su di me,

che quel bocciolo delicato, appena venuto al mondo,

venga annientato dal vento inclemente.


lunedì 13 maggio 2013

Lacrime

Nelle grandi storie gli eroi sono costretti ad attraversare periodi difficili, a sentirsi soli contro il resto del mondo, a patire indicibili sofferenze sentendo di non farcela ad andare avanti. Io non sono affatto diversa da loro, ora piu' che mai, e anche se mi sforzo di credere che un giorno tutto passera', che devo camminare a testa alta e non badare a chi mi deride e mi osteggia in ogni modo, non e' cosi'  facile  certe volte. Ho bisogno di uscire da questo pozzo senza fondo di sofferenze e patimenti. Ho bisogno che qualcuno ascolti il mio didperato grido di aiuto e mi tenda la mano per farmi uscire. Ho bisogno che qualcuno mi salvi, perche' anche se una parte  di quel dolore e' guarita grazie all affetto di una persona a me cara, rimane il dolore di essere derisa e umiliata da gente piu' crudele di qualunque mostro.

venerdì 10 maggio 2013

Artista di strada

Lui ti guarda con occhi buoni mentre percorri distratto la tua strada,                                      con voce magica ti chiama a se', pronto a condurti in un altro mondo.                                   Nel regno dei sogni ti vuole guidare, con due capriole o una grande magia,                              o  uno strumento di  rara bellezza che ti incantera' con le sue melodie.                                     E   tu  spettatore davvero fortunato, sorridi felice e lo ammiri, lo osservi sognante               chiedendoti se non sia per caso balzato fuori da un libro di fiabe che hai sempre amato.         Finisce l'incanto e lo applaudi sincero, ed una moneta gli offri gentile nel berretto,          ma  cio' che lo rende davvero felice e` quel sorriso di cui or gli fai dono.                                Lui ti ringrazia, fa un inchino e per magia scompare nel sole,                                                forse seguendo il suo amore lungo  le strade del mondo.

giovedì 9 maggio 2013

Se la mia vita fosse un libro

Sei un uomo o una donna? "Figlia delle stelle"                  Descriviti: "Matilde la ribelle"                                            Dove vivi? "Il mulino dei dodici corvi"                                       Dove vorresti andare? "Il  bar sotto il mare"                           Il tuo migliore amico: "Il piccolo principe"                          Il tuo mezzo di trasporto: "Un ponte per Terabithia"    Hai paura di: "Danze dall' inferno"                                         La parte del giorno preferita: "Alba d'inchiostro"             Ti  piace: "Storie di fate e molto altro"                           Dove vai domani ? "Nessundove"                                           Il tuo amore ideale: "Un amore di angelo"                           Un consiglio che vuoi dare: "Balla, sogna, ama"

mercoledì 8 maggio 2013

Il sarto di Torino- una favola moderna

Non molto tempo fa, nella splendida Torino, viveva un sarto di mezz'eta' di nome Valentino. Un giorno, egli ricevette un prestigioso incarico dal sindaco: una divisa molto speciale che avrebbe indossato il giorno della cerimonia inaugurale dei giochi olimpici invernali e che sarebbe entrata nella storia. Valentino era felice oltre ogni dire e fu preso immediatamente da una grande voglia di mettersi all'opera per realizzare un grande capolavoro, tuttavia si accorse con disappunto che aveva finito tutte le cerniere e ne aveva urgente bisogno. Era molto povero, era di salute cagionevole, percio' fu costretto ad affidare i pochi spiccioli che gli rimanevano al suo aiutante, un vero scansafatiche, pregandolo di andare a Le Mercerie a comprare quanto gli occorreva. Ma lui, nonostante le sue promesse, invece di andare a comprare la cerniera, sperpero' tutto quel denaro in una sala giochi. Grandi furono la rabbia e la delusione di Valentino quando venne a saperlo, e senza indugio decise di mandare via quello sporco bugiardo: "Sciagurato scialacquatore, come hai potuto farmi questo? Pussa via e non farti mai rivedere!". Quello stesso giorno, in preda alla disperazione, il povero sarto cadde malatto, e per molti giorni giacque a letto senza poter eseguire quel lavoro che gli stava tanto a cuore. Durante la notte, egli si disperava e gridava, in preda al delirio febbricitante: "Come potro' terminare il lavoro in tempo? Me misero e tapino! Avrei bisogno di un miracolo, di una magia!". Le sue parole disperate volarono verso  la seconda stella a destra e poi dritto fino al mattino, giungendo alle orecchie della piccola Trilli, la fata amica di Peter Pan, la quale, assai commossa dalla sorte del povero sarto, decise di aiutarlo, chiamando a raccolta tutti i suoi amici tuttofare. Lavorarono tutta la notte, utlizzando fantasia, polvere fatata e mani delicate, e al sorgere del sole tutto fu pronto.  Grande furono la gioia e la riconoscenza verso quelle piccole creature quando Valentino, ormai finalmente guarito, apri' gli occhi trovando la divisa pronta sulla sedia, la miglior divisa che avesse mai visto. Al sindaco quella divisa piacque moltissimo, e da quel momento Valentino divenne uno stilista di fama mondiale e i nuovi amici fatati divennero i suoi abili assistenti, conferendo a tutte le sue creazioni un tocco di magia in piu'.

martedì 7 maggio 2013

Un lieto fine per Didone

Didone guarda disperata quella nave che si sta allontanando dalla baia di Cartagine: la nave di Enea, del Suo Enea, l'uomo che ama. Stava per partire di nascosto, per un orrendo capriccio degli dei che vogliono condurlo in una nuova terra, dove un trono lo attende. Ma un uomo non e' in grado di ingannare una donna innamorata: lei lo aveva scoperto. Lo aveva supplicato di restare, per lei, per il loro amore, per quel figlio che non avevano mai avuto, come poteva farlo? Come poteva abbandonarla? Ma lui era stato duro, avrebbe preferito fondare di nuovo Troia, aveva dichiarato che lei si era illusa, che non erano legati. E le sue parole le avevano spezzato il cuore. Ora lo vede andar via, la sta abbandonando. Lei non ci sta, ha una spada in mano, quella di Enea. Vuole morire, non riesce a vivere senza di lui. Fa per librare il colpo, ma poi...si ferma, abbassa l'arma. Si rende improvvisamente conto di un dettaglio che fino a quel momento aveva trascurato. Forse Enea non ha parlato in quel modo per pura cattiveria, anzi...l'ha fatto per lei, per il suo bene. Nel cuore di lui vive una donna meravigliosa che ama profondamente, ma non si tratta di lei. Lui le vuole bene, e vorrebbe che quelle  dolci e belle parole che lei gli ha detto fino a ieri fossero dedicate a qualcun altro, qualcuno di speciale, ancor piu' di Enea stesso, che meriti quelle parole e che sappia donarle tutto l' amore che lei merita a sua volta. Questo ha cercato di farle capire, adesso lo sa. Per la prima volta dopo giorni sorride guardando all'orizzonte. Ora ha la forza necessaria per andare avanti, grazie a lui. Ora vuole essere davvero felice e trovare il vero amore. Ora Didone puo' incamminarsi verso il suo lieto fine.

Fantasia

Per quanto i miei amici mi reputino spesso una fanciulla coraggiosa, a volte la realtà troppo crudele mi schiaccia e mi rende immensamente triste. In quei momenti non ho altro a cui aggrapparmi se non la fantasia, una fedele compagna che non mi abbandona mai e mi dona l'ispirazione necessaria. Racconto storie e scrivo poesie per evadere, ed è in loro che sono veramente me stessa e non devo temere neanche per un secondo di essere giudicata, derisa, ferita, in loro mi sento veramente felice. Questo rende la realtà leggermente più sopportabile, e anche se quest' ultima  mette degli ostacoli troppo grandi c'è sempre la fantasia a darmi sostegno. Grazie a lei posso sentirmi più forte, posso essere chi voglio essere veramente, e posso affrontare i rischi che mi spaventano e provare le emozioni che inseguo senza sosta, nella speranza che, prima o poi, ascoltando la mia voce che appassionata racconta le mie fantastiche avventure ed esprime i miei forti sentimenti, qualcuno arrivi in sella al suo cavallo mostrandomi che le cose che sogno e che vedo con gli occhi della fantasia possono mutarsi in realtà. Ma non più in una realtà triste e crudele. In una realtà bella e felice, proprio come nelle favole che mi piacciono tanto.


lunedì 6 maggio 2013

Sono una principessa


Starti accanto vorrei, solo questo

Starti accanto vorrei, solo questo,

ma nessuno riesce a capirlo.

Starti accanto vorrei, solo questo,

per cancellare il dolore dal cuore.

Starti accanto vorrei, solo questo,

per annullare la nostra distanza.

Starti accanto vorrei, solo questo,

per farmi cullare dal tuo abbraccio.

Starti accanto vorrei, solo questo,

per poterti chiamare amico mio.

Starti accanto vorrei, solo questo,

perchè senza di te non esisto...



domenica 5 maggio 2013

La Bella e la Bestia-Storie


Sognare grandi avventure

Ci sono dei giorni in cui anche una cantastorie come me desidera partire per lanciarsi in nuove straordinarie avventure, magari le stesse di cui racconto a chi ha il piacere di ascoltare con occhi buoni e orecchio paziente. A volte sogno di andare alla ricerca delle fate, di affrontare i draghi o magari di andare a salvare qualche principe, invece di aspettare con santa pazienza che sia lui a salvare me, come fecero ai loro tempi Biancaneve, Cenerentola e la Bella Addormentata nel Bosco. A volte immagino di cavalcare un caprone fatato e di andare a trascorrere qualche tempo nel Regno di Primavera, un luogo meraviglioso in cui l' Arte è sovrana e a cui tutti gli artisti aspirano, o anche di volare sul' Isola Che Non C'è. Credo che ognuno nel suo cuore abbia il sogno di vivere una grande avventura. Qual' è la vostra avventura ideale?


La leggenda della strega Leviatann

Si narra che un tempo, nel cuore della foresta oscura, vivesse la strega Leviatann Isingor, una bieca malvagia la cui perfidia e cattiveria non avevano pari in tutto il vasto mondo. Aveva un potere assai temibile che poteva trascinare in trappola chiunque: l' arte della trasfigurazione. Appariva infatti agli occhi di chi aveva la sventura di incontrarla, come una donna bellissima dai magnetici occhi azzurri e dall' animo gentile, ma era solo una finzione: a guardarla da vicino si poteva infatti notare che i suoi occhi erano glaciali e maligni e mostravano le sue vere intenzioni. Quando nessun incantesimo la copriva, i suoi capelli erano come serpenti striscianti, i suoi occhi erano iniettati di sangue, il suo volto deforme e viscido. Non c'era nulla che le dava maggior diletto di affascinare gli uomini, che purtroppo assai facilmente cadavano nella sua trappola, ammaliati dal suo falso aspetto. Lei li corteggiava spudoratamente mostrandosi maliziosa oltre ogni limite dell' umana immaginazione, rubava i loro cuori e poi, all' improvviso, li addormentava con un sortilegio, staccava brutalmente quegli stessi cuori dai loro petti, togliendo loro ogni forza vitale e li divorava, per accrescere il suo potere. Ma non si limitava a mangiare i cuori da soli: preparava dei veri e propri piatti che esibiva vanitosamente alle altre streghe. L' unica speranza per un ragazzo scelto come vittima da Leviatann era trovare l'amore, una fanciulla innamorata dal cuore gentile e intrepido che avrebbe affrontato e sconfitto la megera mostrando il suo vero aspetto. Ma l' impresa era dura: se la strega si accorgeva che l' uomo dai scelto era legato da un legame profondo a quella fanciulla, faceva  di tutto per mettere i bastoni tra le ruote alla povera innocente rendendole la vita un inferno, ma se il coraggio e l' amore della fanciulla erano davvero forti, avrebbe trionfato. Si dice che ancora oggi la malvagia Leviatann Isingor vaghi in giro per il mondo tentando di sedurre gli uomini ignari, ma se un' intrepida fanciulla innamorata incontra la sua strada, Leviatann ha per destino il fallimento.


sabato 4 maggio 2013

Enya - Fairytale

A volte scriviamo

A volte scriviamo per sentirci vicino alle persone che ci mancano. Perché tutte le storie sono come i sogni: annullano la distanza.


Il gioco delle poesie

Ora che il viaggio è cominciato, vorrei proporre un gioco che ben si addice agli amanti dei libri. E' piuttosto semplice: bisogna prendere dei libri, nel numero che si vuole, metterli uno sull'altro e con i dorsi tentare di comporre una poesia. Divertente no? Io ho provato a farlo stamattina, ed ecco cosa è venuto fuori.

"Di tutte le ricchezze, 

io ti vivo, sogno d' una notte di mezza estate.

Ma le stelle quante sono, prima stella della notte?

Noi siamo infinito..."




Mi presento

Forse or vi chiederete chi sia io: sappiate che Canabel de Tarassairr è il nome mio.  Provengo da un regno davvero lontano, da un luogo che giace nascosto in una mano, e son qui per narrarvi di storie forse sconosciute, di amori, di magie e avventure mai vissute. Amici straordinari vi faranno compagnia, e insieme voleremo con la nostra fantasia. Che siate maghi, menestrelli, amanti. chi lo sa, questo nostro grande viaggio, lo so, vi incanterà. Ora accomodatevi attorno al focolare, perché delle istruzioni è mio dover donare. E certo un miglior modo di cominciar non c'è: col cantastorie Neil Gaiman, famoso più di me.


Tocca nel muro il portone di legno

che non avevi mai visto prima,

dì: “Permesso” prima di aprire il chiavistello,
entra,
percorri il sentiero.
Un rosso folletto di metallo pende dalla
verde porta d’ingresso,
a mo’ di battente,
non toccarlo, ti morderebbe le dita.
Cammina dentro la casa.
Non prendere nulla.
Non mangiare nulla.
Però,
se qualche creatura ti dicesse di essere affamata,
dalle del cibo.
Se ti dice di essere sporca,
puliscila.
Se grida di essere in preda al dolore,
allevialo,
se puoi.
Dal giardino nero potrai vedere la foresta fitta.
Il pozzo profondo accanto al quale passerai
porta al regno dell’Inverno;
c’è un’altra terra sul suo fondo.
Se giri intorno qui,
potrai tornare indietro, sano e salvo.
Non perderai la faccia. Non penserò male di te.
Una volta attraversato il giardino,
ti troverai nella foresta.
Gli alberi sono vecchi.
Degli occhi osservano dal sottobosco.
Sotto una quercia contorta
siede una signora anziana.
Potrebbe chiedere qualcosa;
dagliela.
Ti indicherà la strada per il castello.
Al suo interno ci sono tre principesse.
Non fidarti della più giovane. Tira dritto.
Nella radura oltre il castello,
i dodici mesi siedono accanto al fuoco,
si scaldano i piedi, si narrano storie.
Potranno farti delle cortesie, se sarai gentile.
Potrai raccogliere fragole nel gelo di dicembre.
Fidati dei lupi,
ma non rivelare loro dove stai andando.
Il fiume può essere attraversato dal traghetto.
Il traghettatore ti prenderà a bordo.
La risposta alla sua domanda è questa:
se porge il remo al passeggero, sarà
libero di lasciare la barca.
Diglielo solo a distanza di sicurezza.
Se un’aquila ti offre una penna,
conservala con cura.
Ricorda:
i giganti hanno un sonno troppo profondo;
le streghe sono spesso tradite dai loro appetiti;
i draghi hanno una debolezza,
da qualche parte, sempre;
i cuori possono essere ben celati,
e li tradisci con la tua lingua.
Non essere geloso di tua sorella:
sappi che diamanti e rose
sono tanto sgradevoli quando rotolano
dalle labbra, quanto i rospi e le rane;
più freddi, persino, e più affilati, e tagliano.
Ricordati il tuo nome.
Non perdere la speranza:
quel che cerchi sarà trovato.
Dai fiducia ai fantasmi.
Confida che quelli che hai
aiutato ti aiutino a loro volta.
Dai fiducia ai sogni.
Dai fiducia al tuo cuore, e alla tua storia.
Quando ritorni, percorri  la strada da cui sei venuto.
I favori verranno resi, i debiti ripagati.
Non dimenticare le buone maniere.
Non voltarti indietro.
Cavalca l’aquila saggia (non cadrai).
Cavalca il pesce argenteo (non affogherai).
Cavalca il lupo grigio
(tieniti saldo alla sua pelliccia).
C’è un verme nel cuore della torre;
ecco il motivo per cui crolla.
Quando raggiungerai la casetta,
il luogo da cui era cominciato il tuo viaggio,
la riconoscerai, anche se ti parrà molto più piccola
di come la ricordavi.
Percorri il sentiero, e attraversa il portone
del giardino che non avevi mai visto,
se non una volta.
E poi va’ a casa. O costruiscitene una.

Oppure riposa.